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Chi li ha “S”visti: Reginiussen, norvegese dalla caviglia fragile

Il difensore non realizzò nessuna presenza ufficiale con il Lecce. La sindrome di Haglund lo fermò nella sua parentesi giallorossa, chiusa con l’interruzione del contratto dopo soli 6 mesi

La stagione 2010/2011, con Gigi De Canio in panchina, fu preceduta da un calciomercato di livello europeo. I giallorossi accolsero in entrata Carlos Grossmuller, Edward Ofere e Ignacio Piatti, elementi che tradirono le alte attese della piazza. Non fu neanche giudicato invece Tore Reginiussen, di cui parliamo in questa rubrica non per scarso rendimento ma, appunto, per mancanza di caps.

Al pari dell’uruguaiano Grossmuller, Reginiussen arrivò dallo Schalke 04 in prestito con diritto di riscatto. La formazione tedesca lo lasciò andare in prova per le non perfette condizioni fisiche, replicate nel Salento. La caviglia destra soffriva della sindrome di Haglund, malattia che creava un fastidio tra tendine e osso dell’articolazione. I sintomi si riproposero qui alla fine dell’estate. Il norvegese fece il ritiro e disputò le amichevoli con Pisticci e Salernitana e Valencia (45′ al posto di Gustavo).

Lecce e Schalke 04 furono le parentesi della carriera più falcidiate da infortuni. Nel 2011, dopo la chiusura del prestito avvenuta a gennaio visto il perdurarsi del problema, Reginuissen tornò a casa al Tromso (via Schalke), squadra della sua ascesa. Messo a posto il fisico, ricominciò la scalata dalla Scandinavia: Odense in Danimarca con Champions ed Europa League disputata nelle fasi preliminari.

Il Rosenborg, la Juventus di Norvegia, acquistò così Tore, che nel frattempo aveva recuperato anche la Nazionale, nel 2012/2013. Della squadra di Trondheim, Reginiussen, oggi 33enne, divenne un perno. La stagione corrente è la nona giocata con la maglia bianconera. Il 10 luglio, il centrale ha preso il suo posto nell’ennesima lotta ad un posto in CL, inaugurata con il 2-0 inflitto ai nordirlandesi del Linfield. I numeri? 222 apparizioni, 25 gol segnati in proiezioni offensiva e 4 assist.

Di Tore Reginiussen a Lecce si hanno pochi ricordi. Si narra che, da buon ambientalista nordeuropeo, il ragazzo fosse solito recarsi agli allenamenti al Via del Mare in bicicletta. Del vizio del gol, confermato nella Eliteserien, se ne parlò anche. Educatissimo e ben disposto con De Canio e lo staff, in Italia fallì definitivamente il tentativo di diventare un difensore di fama europea. Non si può etichettare Reginiussen come un flop, vista la capacità di rialzarsi e, seppur nel paese natio, di diventare un titolare nella compagine più titolata di Norvegia.

Il divorzio con Reginiussen aprì un’altra speciale scatola dei ricordi dei tifosi del Lecce. Per sostituire numericamente lo scandinavo, la società seguì quel Fabiano Santacroce corteggiatissimo, tra il serio e il faceto, per tante stagioni invano.

 

 

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